Economia circolare e sostenibilità: no allo spreco alimentare.

Secondo il rapporto Waste Watcher 2019, il valore medio dello spreco alimentare in Italia si attestava su una quota di euro 6,60 settimanali per nucleo familiare. Questo ha comportato una perdita di 8,4 miliardi di euro in Italia solo nel 2019. A livello mondiale, secondo dati FAO, ogni anno si sprecano 1,6 miliardi di chili di cibo, di cui 1,3 miliardi di chili finiscono nella spazzatura ancora commestibili. Significa solo “buttare cibo”? Purtroppo no, significa anche avere un enorme impatto ambientale, vanificando l’impiego di risorse come l’acqua ed il suolo, senza considerare tutte le emissioni di CO2 prodotte. La FAO stima che lo spreco alimentare mondiale comporti il consumo inutile di un volume di acqua pari a 5 volte il lago di Garda e l’immissioni in atmosfera di un quantitativo di CO2 inutile pari a 7 volte le emissioni di tutta Italia.
In Italia c’è però una buona notizia che mostra una controtendenza molto importante: sempre secondo il rapporto Waste Watcher nel 2020 in Italia lo spreco alimentare è diminuito ben del 25%, complici probabilmente anche l’effetto della pandemia e la riscoperta di una cucina casalinga. Si tratta però di un’importante inversione di marcia che è dimostrazione di un crescente interesse nei confronti di questa tematica.

Ma cosa può fare ognuno di noi nel concreto per contribuire alla diminuzione degli sprechi alimentari?

Sicuramente tutto parte dalla fase di acquisto degli alimenti; pianificare un menù settimanale ed effettuare i propri acquisti di conseguenza risulta molto utile per evitare di mettere nel carrello alimenti che non ci serviranno e che rimarranno in qualche angolo dei nostri frigoriferi, in attesa di scadere. Inoltre è opportuno fare più attenzione alle porzioni, evitando di portare in tavola portate troppo abbondanti che ci faranno avere un grande quantitativo di avanzi. E come gestire gli avanzi? Sicuramente rendendoli protagonisti di nuove ricette e nuovi piatti.
Noi in azienda cerchiamo di fare del nostro meglio per evitare di sprecare risorse: cerchiamo di far comprendere ai nostri clienti che anche i prodotti di pezzatura inferiore o con qualche difetto sono comunque salutari e di buona qualità e possono quindi essere acquistati e consumati. Inoltre, proponiamo la frutta troppo matura per fare marmellate ed utilizziamo l’invenduto per realizzare succhi di frutta e frutta spalmabile. E i prodotti che non sono più commestibili perché rovinati o preda di qualche insettino? Nulla finisce nella spazzatura, perché questi prodotti vengono destinati a diventare compostaggio.